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sabato 21 luglio 2007

Sicurezza e Igiene Alimentare

10 norme di buona prassi


1. Leggete sempre l’etichetta dei prodotti alimentari e il cartello degli ingredienti esposto negli esercizi pubblici

E’ la regola numero uno per far capire che oggi ad occhi chiusi non si deve comprare più nulla. I produttori hanno l’obbligo di scrivere, innanzi tutto, che cosa c’è nella confezione, ad esempio "confettura" o "maionese", di indicare tutti gli ingredienti, il peso, il luogo e la ditta produttrice, la data di durabilità o di scadenza e, quando occorre, le modalità di conservazione e preparazione.

Inoltre, secondo le indicazioni di una Direttiva europea, le etichette possono riportare una tabella nella quale è indicato (in kilocalorie) il valore energetico dell’alimento: informazione molto utile per conoscere esattamente quante calorie forniscono 100 grammi del prodotto; nella stessa tabella è indicata anche la quantità dei principali nutrienti contenuti nel prodotto, ad esempio: proteine, carboidrati, grassi, fibre, vitamine e sali minerali.

Tutte queste informazioni devono essere anche in lingua italiana.

In sostanza, l’etichetta degli alimenti e il cartello degli ingredienti esposto negli esercizi pubblici (bar, gastronomie, ecc.) sono una preziosa guida per consumare il prodotto in maniera corretta, per conoscerne il valore nutritivo e non correre rischi alimentari.

2. Ricordate che tutti gli ingredienti utilizzati sono indicati sull’etichetta e sono elencati in ordine decrescente di quantità presente nel prodotto

Sull’etichetta sono elencati obbligatoriamente tutti gli ingredienti che compongono il prodotto, che devono essere ben individuabili e devono essere elencati in ordine decrescente: al primo posto quello presente in quantità maggiore e via via fino a quello presente in quantità minore, in modo da dare un’idea chiara della composizione del prodotto. Se si tratta, però, di alimenti composti da un solo ingrediente non è necessario specificarlo, perché risulta comprensibile già dalla denominazione del prodotto: tutti sappiamo, ad esempio, che il latte è latte e basta. Anche gli additivi sono considerati ingredienti e, vista la loro minima quantità, sono segnalati per ultimi.

3. Controllate la data di durabilità o la data di scadenza del prodotto prima dell’acquisto e consumatelo entro il termine consigliato sull’etichetta

Dove leggete "da consumarsi entro..." dovete rispettare tassativamente la data di scadenza indicata dal produttore. Si tratta, infatti, di prodotti deperibili. Quando invece leggete "da consumarsi preferibilmente entro il..." sappiate che la data di durabilità indicata esprime un consiglio per un consumo ottimale e non implica che una volta superato quel termine il prodotto sia scaduto.
Importantissimo: le date di scadenza e di durabilità sono valide finché la confezione è integra e il prodotto è stato conservato come indicato in etichetta.
Per tutti gli alimenti freschi o sfusi, che non riportano alcuna data di scadenza, informatevi sulla durata e le modalità di conservazione.

4. Sappiate che sull’etichetta la lettera "E" seguita da un numero indica che nel prodotto è presente un additivo autorizzato dall’Unione Europea

Gli additivi sono divisi in varie categorie e hanno diverse funzioni. Per esempio: i conservanti servono per impedire lo sviluppo di sostanze che alterano il prodotto e che possono nuocere alla salute; gli antiossidanti hanno soprattutto la funzione di evitare che il colore del prodotto subisca variazioni; gli emulsionanti servono per legare bene i grassi e l’acqua; gli addensanti e i gelificanti rendono il prodotto spalmabile e pastoso; gli stabilizzanti trattengono l’umidità del prodotto e lo amalgamano meglio; gli antiagglomeranti impediscono che nel prodotto si formino grumi; gli acidificanti danno il gusto acidulo; gli esaltatori di sapidità rinforzano il sapore; i sali di fusione facilitano la fusione di diversi formaggi e infine i coloranti servono, ovviamente, per colorare.

Sull’etichetta, talvolta, si può trovare il nome degli additivi, altre volte la corrispondente sigla europea "E" seguita da un numero, ad esempio E471.

Gli additivi indicati in etichetta sono tutti autorizzati dall’Unione Europea e sono utilizzati dai produttori solo se necessario e secondo le dosi prescritte.

5. Seguite sempre le istruzioni per l’uso indicate sulle confezioni, comprese le modalità di conservazione, dal momento dell’acquisto fino al consumo

Facendo la spesa la responsabilità della sicurezza dei cibi acquistati passa nelle mani dell’acquirente. I cibi freschi, sfusi o confezionati, sono naturalmente i più delicati: carne, pesce, latticini, cibi pronti, conservati dal negoziante in banchi refrigerati, devono essere trasportati al più presto nel frigorifero di casa. Quando è importante, in etichetta è indicata la temperatura alla quale il prodotto deve essere conservato: per lo più intorno ai 4°C che è la temperatura del frigorifero domestico. I cibi in scatola, che non devono essere tenuti in frigorifero, devono comunque essere conservati in modo da non subire eccessi di caldo o di freddo: la segnalazione conservare in "luogo fresco e asciutto" non è un semplice consiglio, ma una condizione necessaria.

Molta attenzione deve essere prestata allo stato delle confezioni: quelle gonfie, ammaccate, bagnate o addirittura rotte devono essere rifiutate, così come devono essere buttate quelle dalle quali, all’atto dell’apertura, escano del gas o delle bollicine o il contenuto presenti muffe o sapore, odore, consistenza non convincenti: sensi e buon senso sono sentinelle che devono essere ascoltate. Le confezioni deteriorate possono essere restituite al negoziante che deve sostituirle con altre integre.

6. Mantenete sempre i prodotti refrigerati e quelli surgelati alla temperatura indicata sull’etichetta e riponili, subito dopo l’acquisto, nel frigorifero o nel congelatore

Il reparto congelatore del frigorifero domestico deve essere mantenuto ordinato, senza brina (indizio di sbalzi di temperatura), non eccessivamente sovraccaricato, alla temperatura di –18°C. Le confezioni di surgelati non devono essere bagnate, ricoperte di brina o schiacciate, devono essere trasportate in un contenitore termico, essere riposte nel congelatore nel minor tempo possibile dopo l’acquisto, consumate entro la data di scadenza, che varia da cibo a cibo, in quanto non sono "eterne" come qualcuno ritiene, e devono essere scongelate seguendo le indicazioni del fabbricante, che compaiono pure sull’etichetta. Dopo la scongelazione i surgelati non devono essere ricongelati.

7. Osservate con la massima cura l’igiene della cucina e i metodi di cottura più idonei

Ovunque ci sia materia deperibile com’è il cibo, possono proliferare batteri nocivi, specialmente quando difetta l’igiene. Ecco perché lavarsi bene le mani prima di cucinare, prima di toccare alimenti da consumare crudi o che non necessitano di ulteriore cottura, tenere sempre ben puliti gli strumenti di cucina, i piani di lavoro e in particolare il frigorifero, sono raccomandazioni che possono sembrare banali, ma che un esperto di igiene alimentare non si stancherà mai di ripetere.

La corretta collocazione dei cibi, crudi e cotti, nei diversi scomparti del frigorifero a seconda delle temperature di conservazione, e la loro idonea cottura, in modo che raggiungano un’adeguata temperatura anche in profondità, devono avere la massima attenzione.

Non improvvisatevi preparatore di conserve o raccoglitori di funghi: sono necessarie conoscenze specifiche.

8. Ricordate che ci sono particolari discipline di etichettatura

I "prodotti da agricoltura biologica" devono rispettare particolari modalità di etichettatura, previste da norme europee e nazionali. Un Regolamento comunitario ha stabilito che i prodotti dell’agricoltura biologica devono essere confezionati e recare in etichetta la dizione "Agricoltura biologica-Regime di controllo CEE", con l’indicazione dell’organismo di controllo. Devono essere ottenuti senza l’impiego di antiparassitari chimici di sintesi e non contengono ingredienti geneticamente modificati.

Gli alimenti "geneticamente modificati", più comunemente detti "transgenici", devono essere riconoscibili con un'appropriata dizione in etichetta o nell’elenco degli ingredienti.
La legislazione riguardante i prodotti transgenici, tuttavia, è in evoluzione.

9. Tenete presente che, secondo norme europee e nazionali, controlli della produzione e della distribuzione sono regolarmente eseguiti dalle aziende e dalle autorità per verificare la sicurezza degli alimenti e per decidere il ritiro di quelli eventualmente difettosi.

Fin dal 1993 è in vigore una normativa europea che impone il rispetto di regole sanitarie generali in tutte le fasi della produzione industriale fino alla vendita al dettaglio dei prodotti alimentari, così come nelle mense e nei ristoranti, e che, in primo luogo, è osservato attraverso l’autocontrollo delle aziende. Se viene segnalato un prodotto che può nuocere alla salute del consumatore, mediante codici impressi sulle confezioni si può risalire al giorno e al lotto di produzione, provvedere alle necessarie analisi e ritirare tutte le confezioni di quel lotto presenti sul mercato. I prodotti provenienti dai paesi non comunitari, quando passano la frontiera, sono sottoposti a controlli obbligatori dell’autorità sanitaria.

La Commissione europea, inoltre, controlla che nei paesi membri l’applicazione delle norme e l’attività di vigilanza siano continuativi ed efficaci. In una parola, svolge il compito di controllare i controlli.

10. Rivolgetevi alle Associazioni dei consumatori e alle Aziende Sanitarie Locali (ASL) che, in materia di sicurezza alimentare, possono fornire maggiori informazioni e assistenza

Le Associazioni dei consumatori si battono da anni per la chiara informazione dei consumatori, per la tutela della loro salute, per difenderli dalle frodi alimentari, indagando, sollecitando severi controlli igienico-sanitari, segnalando eventuali abusi alle autorità competenti. Ormai il loro ruolo è riconosciuto e legittimato dallo Stato e dall’Unione Europea.

Per questo l’Unione Europea, promuovendo una Campagna sulla sicurezza degli alimenti, ha voluto impegnare in primo luogo proprio le Associazioni dei consumatori, invitando la popolazione a rivolgersi ad esse perché ogni singolo consumatore con le sue segnalazioni è l’informatore più prezioso e le Associazioni possono tramutare tali segnalazioni in iniziative concrete di tutela della sicurezza alimentare, anche coinvolgendo i Dipartimenti di prevenzione delle ASL e lo stesso sistema di produzione e distribuzione. Un elenco dei Servizi di vigilanza e controlli pubblici può essere richiesto alle Associazioni dei consumatori.

(Fonte: sicurezzalimentare.it)

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